Come noto, in data 6 settembre 2012, l’Unione europea ha avviato il procedimento antidumping con riguardo all’importazione di pannelli fotovoltaici di provenienza dalla Cina. Non si è fatta attendere la reazione da parte della Repubblica Popolare Cinese, che ha ufficialmente aperto un’indagine antidumping e antisussidi nei confronti del vino europeo, anche se il Governo di Pechino non ha mai voluto collegare questa procedura con la vicenda delle tasse sui pannelli fotovoltaici.
Otto delle principali associazioni della filiera produttiva del settore vinicolo nazionale (tra cui Fedagri-Confcooperative) con una lettera unitaria hanno chiesto al Governo italiano e ai Ministri competenti un maggiore impegno nella vicenda ed un sostegno per affrontare le spese legali collegate alla vicenda.
Bruxelles in sede di confronto tra Commissione UE e la Delegazione del Governo Cinese nei giorni scorsi ha chiuso il procedimento nei confronti dei pannelli fotovoltaici trovando un accordo che sembra aver evitato l’aumento degli attuali dazi doganali.
Però sembra che questa soluzione, almeno per il momento, non abbia convinto le autorità Cinesi a rivedere la loro posizione nei confronti del vino europeo e pertanto ancora rimane aperto il contenzioso che prevede un iter molto complesso e costoso sia dal punto di vista economico, al quale sarà difficile far fronte da parte delle singole società selezionate.
La Cantina dei Vini Tipici dell'Aretino si è subito aggiornata con la questione, compilando i due moduli necessari per poter essere registrati in una sorta di elenco di esportatori in modo tale da poter evitare tale processo di antidumping.
Se le autorità cinesi scegliessero la nostra cantina come campione da sottoporre ad indagine per verificare l'eventuale azione di dumping da parte europea, Pechino riconoscerebbe alla nostra cooperativa, registrata regolarmente nell'elenco esportatori, lo statuto di "cooperante", applicandoci dazi inferiori a quelli che verrebbero applicati alle altre aziende "non cooperanti".